mercoledì 5 agosto 2015

Coast to coast

Treviso 5.07.2015
Max Gazzè - Coast to coast tour

"Mentre dormi ti proteggo 
e ti sfioro con le dita 
ti respiro e ti trattengo 
per averti per sempre 
Oltre il tempo di questo momento 
arrivo in fondo ai tuoi occhi 
quando mi abbracci e sorridi 
se mi stringi forte fino a ricambiarmi l'anima"




photo by isi

domenica 28 giugno 2015

Quando ti bacio

Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombelico
non è solo il tuo grembo
che bacio.
Io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri,
bacio il tuo riflettere,
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio,

il tuo amore per me
e la tua libertà da me,
il tuo piede
che è giunto qui
e che di nuovo se ne va

io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà trascorso.

Erich Fried

Negramaro, Sei

lunedì 6 aprile 2015

mercoledì 1 aprile 2015

Se saprai starmi vicino

Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.

Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l’un l’altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia…
Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.

Pablo Neruda, Se saprai starmi vicino


sabato 28 marzo 2015

Bologna, Cristina e...

ESCHER
Bologna, Palazzo Albergati


Maurits Cornelis Escher, Bond of union, litografia 1956

mercoledì 25 marzo 2015

Erano tutti miei figli

Padova, Teatro Verdi
26 marzo, ore 16.00 incontro col pubblico


TEATRO STABILE DI CATANIA
DOPPIAEFFE PRODUCTION SRL COMPAGNIA DI PROSA

Autore: Arthur Miller
Traduzione: Masolino D’Amico
Scene: Antonio Fiorentino
Costumi: Silvia Polidori
Luci: Franco Buzzanca
Regia: Giuseppe Dipasquale
con: Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, Ruben Rigillo, Silvia Siravo, Filippo Brazzaventre, Barbara Gallo, Enzo Gambino, Annalisa Canfora, Giorgio Musumeci,

domenica 22 marzo 2015

Morte di un commesso viaggiatore

"Noi siamo quel che facciamo finta di essere, sicché dobbiamo stare molto attenti a quei che facciamo finta di essere " Kurt Vonnegur, Madre notte


Treviso, Teatro Mario Del Monaco

MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE
di Arthur Miller
traduzione di Masolino d'Amico
regia di Elio De Capitani
scene e costumi Carlo Sala
con Elio De Capitani [Willy Loman], Cristina Crippa [Linda Loman], Angelo Di Genio [Biff Loman], Marco Bonadei [Happy Loman], Federico Vanni [Charley] (fino al 20 gennaio), Massimo Brizi [Charley] (dal 21 gennaio), Andrea Germani [Bernard], Gabriele Calindri [Ben], Alice Redini [La Donna/Letta], Vincenzo Zampa [Howard Wagner/Stanley], Marta Pizzigallo [Miss Forsythe/Jenny]
luci di Michele Ceglia
suono di Giuseppe Marzoli
produzione Teatro dell'Elfo con il contributo di Fondazione Cariplo





"Il senso ultimo del nodo culturale ed esistenziale che avviluppa il nostro paese non è l'apparenza, il far finta, ma l'intreccio tra far finta e sopravvivere, l'intreccio tra noi e il bisogno di sognare qualcosa di diverso: sognare noi, ma diversi da quello che siamo e sognare un mondo diverso da quello che è. [...] L'uomo ha bisogno di simulazione e al tempo stesso può rimanerne schiavo" (Elio De Capitani, dalla presentazione dello spettacolo)

domenica 15 marzo 2015

Curiosità e saggezza

"Cedere ad ogni capriccio della curiosità e permettere che la nostra passione per la ricerca non abbia altri limiti che le nostre capacità dimostra un ardore intellettuale che non disdice all'erudizione. Ma è alla saggezza che spetta il merito di scegliere, fra gli innumerevoli problemi che si offrono, quelli la cui soluzione è importante per l'umanità"
Immanuel Kant

sabato 7 marzo 2015

Amerika


Treviso, Teatro Comunale Mario del Monaco

di Franz Kafka
traduzione e adattamento Fausto Malcovati e Maurizio Scaparro
con Giovanni Anzaldo, Ugo Maria Morosi, Carla Ferraro
e Giovanni Serrtore, Fulvio Barigelli, Matteo Mauriello
musiche ispirate alla cultura yiddish e al jazz nero di Scott Joplin adattate da Alessandro Panatteri
eseguite dal vivo da Alessandro Panetteri, Andy Bartolucci, Simone Salza
scene Emanuele Luzzati
riprese da Francesco Bottai
costumi Lorenzo Cutuli
movimenti coreografici Carla Ferraro
regia Maurizio Scaparro
regista assistente Ferdinando Ceriani

mercoledì 4 marzo 2015

Orchidee


Padova, Teatro Verdi

Di: Pippo Delbono
immagini e film: Pippo Delbono
Luci: Robert John Resteghini
direzione tecnica: Fabio Sajiz
suono: Corrado Mazzone
luci e video: Orlando Bolognesi
elaborazione costumi: Elena Giampaoli
capo macchinista: Gianluca Bolla
responsabile produzione: Alessandra Vinanti
organizzazione: Silvia Cassanelli
si ringrazia: Cinémathèque suisse Lausanne
con:
Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Margherita Clemente, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella


sabato 28 febbraio 2015

Questa è guerra! - Noi-Day

“Questa è Guerra!”. Cento anni di conflitti messi a fuoco dalla fotografia
Padova, Palazzo del Monte di Pietà, 28.02.2015-31.05.2015


mercoledì 25 febbraio 2015

Troppo cerebrali

Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane
ci si spalma sopra un bel giretto di parole vuote ma doppiate
Mangiati le bolle di sapone intorno al mondo e quando dormo
taglia bene l'aquilone, togli la ragione e lasciami sognare, lasciami sognare in pace

Liberi com'eravamo ieri, dei centimetri di libri sotto i piedi
per tirare la maniglia della porta e andare fuori come Mastroianni anni fa,
come la voce guida la pubblicità
ci sono stati dei momenti intensi ma li ho persi già

Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza calpestare il cuore
ci si passa sopra almeno due o tre volte i piedi come sulle aiuole
Leviamo via il tappeto e poi mettiamoci dei pattini
per scivolare meglio sopra l'odio
Torre di controllo, aiuto, sto finendo l'aria dentro al serbatoio

Potrei ma non voglio fidarmi di te
io non ti conosco e in fondo non c'è
in quello che dici qualcosa che pensi
sei solo la copia di mille riassunti
Leggera leggera si bagna la fiamma
rimane la cera e non ci sei più...

Vuoti di memoria, non c'è posto per tenere insieme tutte le
puntate di una storia piccolissimo particolare, ti ho perduto senza cattiveria
Mangiati le bolle di sapone intorno al mondo e quando dormo
taglia bene l'aquilone togli la ragione e lasciami sognare, lasciami sognare in pace

Libero com'ero stato ieri ho dei centimetri di cielo sotto ai piedi
adesso tiro la maniglia della porta e vado fuori
come Mastroianni anni fa, sono una nuvola, fra poco pioverà
e non c'è niente che mi sposta o vento che mi sposterà

Potrei ma non voglio fidarmi di te
io non ti conosco e in fondo non c'è
in quello che dici qualcosa che pensi
sei solo la copia di mille riassunti
Leggera leggera si bagna la fiamma
rimane la cera e non ci sei più, non ci sei più, non ci sei...

Samuele Bersani, Giudizi universali

domenica 22 febbraio 2015

Di neve e di mare

Piccole vacanze, in compagnia delle mie magnifiche donne...


28.12.2014 - 1.01.2015 Klagenfurt



24.01.2015 Firenze


20-22.02.2015 Cinque Terre


photo by isi

lunedì 2 febbraio 2015

Improving the individuals


 You cannot hope to built a better world
without improving the individuals

giovedì 22 gennaio 2015

Magazzino 18

21-22 gennaio 2015 Padova, Teatro Verdi
20 marzo, Bologna, Teatro Arena del Sole


"Io mi chiamo Ferdinando , sono esule di Pola e questa è la mia sedia.
Sopra c’è scritto il mio nome e il numero 2154.

Io mi chiamo Domenico, facevo il postino e qualcuno mi ha spedito in un foiba. In questo quaderno di quarta elementare ci sono le poesie che ho scritto da bambino.

Io mi chiamo Giuseppe, per gli amici Geppino.
Io mi chiamo Norma, seviziata e gettata negli abissi.
Nel ’48 mi hanno laureata: honoris causa dall’università di Padova.

Sono un medico chirurgo, e ho perso i miei due figli nella strage di Vergarolla.
Io mi chiamo Sergio e sono un famoso cantante.
Insieme a mia madre lasciai la città dove ero nato, nel febbraio del 1947.

Io mi chiamo Giovanna, e sono esule da Buie d’Istria .
Mi hanno trovata impiccata a un ulivo: mi mancava troppo la mia terra.

Io mi chiamo Marinella e ho solo un anno. Sono morta di freddo nel campo profughi di Padriciano. Questa è l’unica foto che hanno trovato di me.

Io mi chiamo Tomislav e sono sloveno.
Avevo quattordici anni quando mio padre morì di stenti in un campo di internamento italiano, sull’isola di Arbe.

Io non ho un nome, ma potrei averne trentamila. Come gli italiani che ancora oggi vivono in Istria, Pola e a Fiume.
Io non ho un nome, ma potrei averne milioni.
Come i profughi di tutto il mondo, costretti a lasciare la propria terra, per sfuggire alla povertà, all’odio, alla guerra."

Simone Cristicchi con Jan Bernas, Magazzino 18