sabato 29 ottobre 2011

venerdì 28 ottobre 2011

Quel conto (molto) salato

"La vita sulla Terra costa abbastanza poco.
Per i sogni ad esempio qui non paghi un soldo.
Per le illusioni - solo se perdute.
Per il possesso di un corpo - solo con il corpo"
(Wislawa Szymborska, Qui)


giovedì 27 ottobre 2011

Un uomo


«Dimmi, l’amore cos’è?» «Forse è portare in borsa due saponette di tritolo.» «Brava. Portarle o affidarle. Te le ho affidate di proposito, per dimostrarti che l’amore è amicizia e complicità. L’amore è una compagna con la quale si divide il letto perché si divide un sogno, un impegno. Io non voglio una donna con cui essere felice. Il mondo è pieno di donne con cui si può essere felici, se è la felicità che si cerca… però non ho mai avuto una compagna. E voglio una compagna. Una compagna che mi sia compagno, amico, complice, fratello…»
(Oriana Fallaci, Un uomo)


"For love and sex and faith and fear
And all the things that keep us here
In the mysterious distance
Between a man and a woman"

photo by isi

mercoledì 26 ottobre 2011

It's the book of my days

"Let me watch by the fire and remember my days 
And it may be a trick of the firelight 
But the flickering pages that trouble my sight 
Is a book I’m afraid to write...  
There are promises broken and promises kept 
Angry words that were spoken, when I should have wept 
There's a chapter of secrets, and words to confess 
If I lose everything that I possess 
There's a chapter on loss and a ghost who won't die 
There's a chapter on love where the ink's never dry 
There are sentences served in a prison I built out of lies... 
Though the pages are numbered 
I can't see where they lead 
For the end is a mystery no one can read 
In the book of my life"

Sting, The book of my life

photo by isi

venerdì 21 ottobre 2011

Una porta blu e tanti fiori di carta

Al secondo piano dell'Istituto Oncologico Veneto di Padova, una porta blu si apre su una piccola stanza piena di fiori e rondini di carta, disegni, acquerelli, pietrine colorate: è la sede del Laboratorio artistico IOVart. Qui i pazienti oncologici in trattamento e i loro accompagnatori possono trascorrere il tempo dell'attesa delle cure impegnandosi in attività capaci di distrarli dal peso che grava sui loro cuori: mentre i numeri delle prenotazioni scorrono lenti sul display, donne e uomini d'ogni età disegnano, dipingono, creano piccole gioie con le perline di vetro e il filo di rame, danno alla carta velina la forma e il profumo dei fiori, ascoltano la musica canticchiando a mezza voce; a volte stanno solo lì, seduti, ad ascoltare le chiacchiere squillanti di Giuliana, il parlare sommesso di Alessandro, la voce calda e profonda di Pia.
"La malattia è un inciampo della vita, il cancro un capitombolo dal quale, per fortuna, ci si rialza sempre più spesso, a patto di passare attraverso il labirinto della cura che presenta ostacoli, salite, discese, e si accompagna a un profondo malessere fisico e psichico"
Puoi entrare, nel Laboratorio, sederti con gli insegnanti e i pazienti, parlare delle tante sciocchezze quotidiane, scherzare sugli accadimenti buffi della vita, fantasticare anche... Con semplicità e senza ipocrisie, non c'è spazio per la commiserazione, nel Laboratorio, non c'è spazio per il dolore, la paura, la solitudine. La Malattia resta fuori da quella porta blu. Lì regna l'arte: perché "l’arte non ti lascia solo mai, neppure nei momenti più bui e, generosamente, lo fa anche se non sei un artista".

A più di tre anni dall'inizio delle attività del Laboratorio, oggi è stato presentato il libro che ne ripercorre la vita: 56 pagine, non di più, di memorie, attraverso le parole di chi l'ha fortemente voluto, degli insegnanti, di medici, artisti e critici d'arte, ma soprattutto di quanti al Laboratorio hanno trascorso quelle attese, pazienti e loro cari.
Ed è stato alla fine di un'anomala presentazione - poche chiacchiere moderate con levità, e molte emozioni nelle immagini del filmato e nei passi letti dai due attori - che Beppe ha salutato i presenti sulle note del più dolce dei messaggi di speranza dei nostri tempi.

A Pia, Giuliana, Alessandro, Vanilla, Beppe. E a tutti coloro che varcano quella porta blu.

Roberto Benigni, Quanto t'ho amato

martedì 18 ottobre 2011

Paris, avec ma soeur







photo by isi

Bugiardino semantico

"Mi dispiace": falso sinonimo di "non me ne frega niente"
Indicazioni e modo d'uso: forma ingentilita atta a velare di dubbia contrizione l'eventuale scrupolo per aver tradito, ingannato e/o deluso ingenua fiducia, malriposte aspettative, devozione, affetto, amicizia.
Controindicazioni: di pura funzione palliativa, con l'uso ripetuto perde inesorabilmente la sua efficacia, lasciando il soggetto nudo, con i suoi egoismi. 

Vecchia di cent'anni

"Non si guarisce mai da ciò che ci manca, ci si adatta, ci si racconta altre verità.
Si convive con se stessi, con la nostalgia della vita, come i vecchi."
(M. Mazzantini, Venuto al mondo)


photo by isi

martedì 11 ottobre 2011

Piccoli divieti a cui disobbedire

"Le mie parole sono sassi
precisi aguzzi pronti da scagliare
su facce vulnerabili e indifese
sono nuvole sospese
gonfie di sottointesi
che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose indimenticate
a lungo spasimate e poi centellinate, sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare
Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato
sono foglie cadute
promesse dovute
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate
sul foglio capitate per sbaglio
tracciate e poi dimenticate
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire
lo ammetto
strette tra i denti
passate, ricorrenti
inaspettate, sentite o sognate...
Le mie parole son capriole
palle di neve al sole
razzi incandescenti prima di scoppiare
sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare
piccoli divieti a cui disobbedire
sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare
si perdono al buio per poi ritornare
Sono notti interminate, scoppi di risate
facce sopraesposte per il troppo sole
sono questo le parole
dolci o rancorose
piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre
un bacio a testa prima del sonno
un altro prima di partire
le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire...
strette tra i denti
risparmiano i presenti
immaginate, sentite o sognate
spade, fendenti
al buio sospirate, perdonate
da un palmo soffiate"

Samuele Bersani, Le mie parole

domenica 9 ottobre 2011

Fermo immagine


Istantanee di un uomo importante. Il collega, l'amico, l'amore: il sentimento più profondo e completo, il sentimento "perfetto".
Voglia di condividere. Scrupoli. Boccioli di rosa. Schegge confitte nell'anima.



photo by isi

venerdì 7 ottobre 2011

Boccioli di rosa

"C'è un'ape che se posa su un bocciolo de rosa
lo succhia e se ne va.
Tutto sommato la felicità
è una piccola cosa" (Trilussa)

giovedì 6 ottobre 2011

Stay hungry, stay foolish

Stanford, 12 giugno 2005, dal discorso ai neolaureati

"…A volte la vita ti colpisce in testa come un mattone. Non perdete la fede. Sono convinto del fatto che l'unica cosa che mi ha consentito di proseguire sia stato l'amore che provavo per quello che facevo. Dovete trovare ciò che amate. E questo è tanto vero per il vostro lavoro quanto per chi vi ama. Il lavoro riempirà gran parte della vostra vita e l'unico modo per essere veramente soddisfatti è quello di fare quello che pensate sia il lavoro migliore. E l'unico modo per fare il lavoro migliore è quello di amare quello che fate. Se non lo avete ancora trovato, continuate a cercare. Non vi fermate. Come tutti gli affari di cuore, lo saprete quando lo troverete. E, come nelle migliori relazioni, diventerà sempre migliore al passare degli anni. Quindi, continuate a cercarlo fino a quando non l'avrete trovato. Non fermatevi… Perché praticamente tutto - tutte le aspettative, l'orgoglio, le paure di fallire - tutte queste cose semplicemente svaniscono di fronte alla morte, lasciandoci con quello che è veramente importante. Ricordarsi che moriremo è il modo migliore che conosco per evitare la trappola di pensare di avere qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c'è nessun motivo per non seguire il vostro cuore…

Avendola superata posso finalmente dirvi con più certezza di quando la morte era semplicemente un utile concetto ma puramente intellettuale: Nessuno vuole morire. Neanche chi vuole andare in paradiso vuole morire per arrivarci. E nonostante tutto, la morte è la destinazione che condividiamo. Nessuno vi è mai sfuggito. E così dovrebbe essere perchè la Morte è probabilmente l'unica, migliore invenzione della Vita. E' l'agente di cambiamento della Vita. Elimina il vecchio per far spazio al nuovo. Proprio adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo distante da oggi, diventerete gradualmente il vecchio che deve essere eliminato. Mi dispiace essere così drammatico, ma questa è la verità. Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare dai dogmi - che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altri. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui lasci affogare la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore ed il vostro intuito. Loro sanno già quello che voi volete veramente diventare. Tutto il resto è secondario.




Quando ero giovane, c'era un'incredibile pubblicazione chiamata The Whole Earth Catalog, che era una delle bibbie della mia generazione. Era stata creata da un tizio di nome Stewart Brand non troppo lontano da qui, a Menlo Park, e la portò alla luce con il suo tocco poetico. Stiamo parlando dei tardi anni '60, prima dei computer ed il desktop publishing, quindi era tutta fatta con macchine da scrivere, forbici e Polaroid. Era una sorta di Google di carta, 35 anni prima della venuta di Google: era idealistico, e pieno di strumenti utili e informazioni preziose. Stewart e il suo gruppo pubblicarono molti numeri del Grande Catalogo Mondiale fino all'ultima edizione. Eravamo a metà degli anni '70 ed io avevo la vostra età. Sul retro di copertina dell'ultimo numero c'era la foto di una strada di campagna all'alba, quel tipo di strada sulla quale potreste trovarvi a fare l'autostop se foste così avventurosi. Sotto c'erano queste parole "Siate affamati, siate folli". Questo era il messaggio di congedo. Rimanere affamato. Rimanere folle. Me lo sono sempre augurato. E ora, per voi che state per laurearvi, lo auguro a voi. 
Stay hungry, stay foolish."

You've got to find what you love

6 ottobre 2011 You've got to find what you love (Steve Jobs, 1955-2011)


Non aspetterò, ancora, che passi il vento vagabondo, quello che porta con sé le canzoni e le risate. Questa volta quel vento lo voglio creare io, qui, in questo mio angolo, e sarà un vento che avrà in sé tutto quello che amo, i ricordi, le speranze, i volti e le voci, le parole, quelle dette e quelle taciute: li strapperà all'oblio del tempo e li porterà via, in the sky.
Grazie, Steve, anche per questo Grazie!

Mark Knopfler, In the sky