domenica 20 maggio 2012

La terra trema in Emilia

20 maggio 2012 ore 4:03:59 - 5.9 gradi della scala Richter
e da allora continua a tremare




...e mentre il pavimento trema e tremano i mobili, e tu sei lì e non sai se scappare ("qui c'è limo, qui le case non crollano, ballano solo..."), alzi gli occhi e rivedi quelle tante volte in cui, bambina, il papà ti ha preso in braccio e via di corsa, fuori di casa, giù per le scale (ci saranno ancora le scale?), mentre il Friuli cadeva a pezzi, nel '76. E stanotte sei lì, sola, e non c'è più il papà a prenderti in braccio, a tenerti stretta stretta,
a guardarti col suo sorriso forte "tranquilla piccina, non è nulla"

sabato 19 maggio 2012

Orrore...


Brindisi, ore 7.45
l'orrore colpisce l'Istituto Professionale Morvillo-Falcone

mercoledì 16 maggio 2012

Che biellezza...!

Quello che (non) ho, di Fabio Fazio e Roberto Saviano
TRENO


mercoledì 9 maggio 2012

9 maggio 1978

Per non dimenticare un'Italia troppo buia


"Esiste un’idea capace di salvare la politica, di restituirle quella dignità che sembrerebbe irrimediabilmente perduta? Ieri mattina ho ascoltato Giorgio Napolitano celebrare per l’ultima volta il Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi e ho pensato che la risposta è racchiusa in due sole parole: «Farsi carico».
[...]
Significa prima di tutto ascoltare, capire di cosa c'è bisogno, immedesimarsi nelle difficoltà delle persone e poi avere il coraggio di sfuggire dagli slogan, per cercare soluzioni oneste e rispettose della complessità.
Cinque anni fa la memoria del terrorismo e delle stragi e delle sue vittime era un campo di macerie, pieno di rabbia, dolori, rancori e polemiche ideologiche. La prassi politica corrente avrebbe suggerito di tenersene alla larga, limitandosi a qualche ricordo di maniera. Giorgio Napolitano invece ha avuto il coraggio di accollarsi il problema, di dare un contenuto vero a una giornata che il Parlamento aveva appena istituito ma che era tutta da inventare. «Queste Giornate ha spiegato -, il ricordo di quegli uomini e di quelle donne come persone, la vicinanza al dolore delle loro famiglie, la riflessione intensa su quelle vicende, su quel periodo di storia sofferta, di storia vissuta sono stati in questi anni tra gli impegni che più mi hanno messo alla prova e coinvolto non solo istituzionalmente, ma moralmente ed emotivamente. Hanno messo alla prova la mia capacità di ascoltare e di immedesimarmi, la mia responsabilità di lettura imparziale, equanime di fatti che chiamavano in causa diverse ed opposte ideologie e pratiche politiche».
E’ stata fatta una grande opera di ricomposizione, di ricostruzione e di trasmissione della memoria, si sono costruiti percorsi preziosi e utili in tempi di nuova crisi «per porre un argine insuperabile a ogni rigurgito di violenza». Giorgio Napolitano si è emozionato e commosso ricordando la delusione per la «giustizia incompiuta» e il coraggio di chi ha superato barriere un tempo considerate insormontabili.
Questo suo impegno è stato capace di fare la differenza, di diventare un punto di riferimento e resterà un esempio di cosa possono essere la politica e le Istituzioni.
Perché l’unico antidoto all’insulto, allo smarrimento, a quell’aridità che ci condanna a non avere più sogni e fame di futuro è la fatica dell’impegno quotidiano, è la capacità di farsi carico dei problemi e dei bisogni che ci circondano ed è anche la capacità di commuoversi. Per non essere condannati al cinismo abbiamo bisogno di ascoltare e di lasciarci coinvolgere, di riconoscere i bisogni di chi fa parte della nostra comunità, e questo vale per tutti, non solo per i politici o per i presidenti."
(Mario Calabresi, Il dovere di "farsi carico", La Stampa, 10 maggio 2012)

domenica 6 maggio 2012

Milano, 5-6 maggio 2012





E mi chiedo perché, anche ora che sei tornata in Italia e a separarci sono solo due ore di treno, quando arriva il momento di salutarti non riesco a trattenere la commozione, my beloved sister...

photo by isi

La cena dei cretini

Milano, Teatro Manzoni.
Una commedia fine, raffinata, "pulita", e due Signori Comici e Signori Attori.


"Scritta dal francese Francis Veber negli anni Novanta, “La cena dei cretini” è una delle commedie più famose al mondo. È diventata un cult dopo esser approdata al grande schermo nel 1998 per la regia dello stesso Veber (e recentemente ripresa nella versione americana con il titolo “A cena con un cretino”, regia di Jay Roach). Oggi viene presentata sulla scena grazie a Zuzzurro e Gaspare, alias Andrea Brambilla e Nino Formicola, i quali festeggiano 35 anni di carriera teatrale e televisiva portando in tour per l'Italia questa commedia.
La trama è semplice ma di grande impatto comico, come si addice alle migliori commedie. Ogni mercoledì sera un gruppo di amici, ricchi e annoiati, organizza per tradizione la cosiddetta "cena dei cretini", alla quale i partecipanti devono portare un personaggio creduto stupido e riderne sadicamente per tutta la serata. Ma non sempre le cose vanno come ci si aspetta. Una sera il “cretino” di turno riesce, infatti, a ribaltare la situazione passando, per così dire, da vittima a carnefice. Crea una serie di problemi al suo potenziale anfitrione, arrivando quasi a mettergli in crisi il matrimonio, in un crescendo di errori, gag e malintesi veramente divertenti.
La cena dei cretini è un’esilarante commedia che coinvolge il pubblico in un turbinio di risate, di fronte alle paradossali situazioni che i protagonisti sono costretti a vivere, loro malgrado. La forza di questa commedia sta proprio nella semplicità e genuinità della risata che provoca, nella mancanza assoluta di volgarità e in quella punta di moralismo che non guasta. Si ride e si riflette senza accorgersene.
In un'epoca in cui, tra teatro, cinema e TV, la comicità dei grandi artisti è ormai passata da tempo e la volgarità ormai imperversa, finalmente uno spettacolo teatrale dove questo non accade, dove il linguaggio del comici fa sorridere in modo spontaneo e genuino, dove la situazione è troppo ridicola per non ridere."

(liberamente tratto e adattato dalla rete)

giovedì 3 maggio 2012

Vaso Portland... d'oggi!

Continuità del mito o "genialità italiota"?
Magnifico esemplare di vetro-cammeo blu di età augustea, noto in letteratura come Vaso Portland, oggi conservato al British Museum, raffigurante in chiave allegorica le nozze di Giulia, figlia di Augusto, con uno dei suoi mariti (Marcello? Agrippa?)...


...riprodotto in chiave moderna (giusto con qualche "aggiustatina" su anse e collo e un ammodernamento nella forma e nel decoro non filologicamente inteso) e venduto all'insegna del Murano Glass in un negozio d'arredamento del centro di Venezia!


photo 2 by isi

mercoledì 2 maggio 2012

Fortapàsc


"Mi sono sempre chiesto da dove vengano i lenzuoli che coprono i cadaveri. 
Chi li porta? i carabinieri? le ambulanze? oppure qualche mano gentile dalle case...
E poi? che fine fanno? li lavano? li rimettono a posto? li riutilizzano?..."