Ci sono libri che scorrono via, libri che restano estranei, libri che emozionano, altri che leggi distrattamente pensando ad altro. Ma di fronte a certi libri ti chiedi come sia possibile che riescano a scavarti così in profondità, andando a scovare le tue più recondite emozioni, le paure, le speranze, libri che ti mettono di fronte ai tuoi errori, a quel tuo essere fragile dietro la maschera sicura che ostenti di fronte al resto del mondo, tu donna fiera, donna forte, ma in fondo, in fondo, così ragazza. E così sola.
Carla non ti descrive la vita: te la fa assaporare a piccoli morsi. E' il contenuto di una borsetta. Un fazzoletto verde coccodrillo in testa, legato alla mami. E' un bicchiere di vino. Sono fotogrammi di un paesaggio, quasi fossero immagini catturate dal finestrino di un treno in corsa. Lampi di luce, pennellate di colore, non si indugia mai nella descrizione; sono accostamenti arditi, sono frammenti di memoria.
Ma quando parla delle emozioni, allora Carla affonda i denti nella carne e nell'anima, fino a farti sentire il sapore dolciastro e caldo del sangue scorrere tra i denti. Le emozioni, quelle sì, le vive fino in fondo e così facendo ti scava nei visceri e ti obbliga a guardarle, davanti a te, quelle emozioni, mentre palpitano rosse e violente.
E ti ritrovi nuda davanti a te stessa, con il desiderio di andare avanti, perché è catartico ritrovare quello stesso dolore sordo che accompagna la corsa delle tue giornate e la solitudine delle tue notti, tra le righe di un personaggio di carta senza nome. E vorresti che non finisse mai, perché sai che quando chiuderai il libro resterai solo tu. E quel dolore.
"Ho mai provato qualcosa di vero per qualcuno? Ma sì certo, per ognuno di loro, che cosa sto a dire, io li ho amati di un amore intero, ma nessuno di loro è stato capace di fare altrettanto. O non me ne sono accorta"
E intanto lo guardi - Giulio, Bruno, l'attore, tutti gli uomini in affitto della tua vita - mentre si riveste e se ne va, con
il cinismo cupo di chi non ha anima. Un'altra volta, un altro compromesso, l'ennesima disillusione. E sai che non sarà l'ultima, perché di quelle illusioni in frammenti, in fondo, hai un disperato bisogno. Per restare, eternamente, ragazza.
Carla Menaldo