Cercavo la storia, una storia di cui poco o nulla conoscevo. E sullo scaffale di una grande libreria del centro ho trovato questo. Ne conoscevo l'esistenza, era tempo che mi chiamava. Oggi ho ascoltato il suo richiamo.
A casa, l'ho letto d'un fiato. E poi, arrivata alla fine, l'ho riletto ancora.
"Seconda occupazione.
Fu, da principio, un'invasione silenziosa. Cauta e sfrontata nello stesso tempo, poche parole e molti lunghi sguardi obliqui.
Fu come una marea muta e strisciante, e poi una palude nera e poi una distesa di sabbie mobili. Il rischio era a ogni passo e tutto veniva inghiottito senza rumore.
In quel fango viscido fummo risucchiati, io e York".
Non ci sono mai emozioni ostentate, nella vita di Maria Grazia Ciani. Eppure ci sono, le vive, con intensità e trasporto. Ho imparato a riconoscerle, in tutti questi anni, nei suoi sguardi, nei gesti, nelle dimostrazioni di affetto e di stima, nel dolore che sovente l'accompagna, in quel sorriso pieno, nel passo lento lungo il corridoio del Dipartimento, un passo che porta con sé il peso del suo vissuto. Nelle sue presenze e nelle sue assenze. Eppure è una donna lieve, discreta, che passa nella vita di chi le è accanto quasi scusandosi del disturbo.
E questo suo modo d'essere è in questo libro che più di ogni altro sa essere autobiografico: le pagine con poche frasi costruite con raffinatezza, nelle quali ogni parola è studiata e soppesata, frutto della sua incommensurabile maestria. E ampi spazi lasciati bianchi; quel bianco che è cifra dei suoi silenzi. La vita taciuta - eppure vissuta -, la vita che agli altri è dato solo indovinare, se lo vogliono.
"Ma lo schizzo di una bambina e di un cane si può fare, anche infantile e rozzo, e io l'ho fatto, ho tracciato il segno che li ha ricongiunti e li ho lasciati lì, bambina e cane, con la certezza che il gesto era importante e il segno definitivo, che quello era il principio e la fine ma anche un modo, l'unico, di tornare a essere di nuovo insieme, e questa volta inseparabili".So bene quanto ti sia costato emotivamente scrivere questo libro.
E per questo, non posso che dirti, dal profondo del cuore, Grazie!
(passi tratti da Maria Grazia Ciani, Storia di Argo)
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