giovedì 1 dicembre 2011

Gesti antichi e aromi di terre lontane

Ho fatto un massaggio oggi.
Era quel che restava di un regalo natalizio dello scorso anno. Un regalo bello, magnifico, nella cornice fatata di una cena da Antonio, perché là andavamo nelle serate speciali. E quella era una serata speciale.

Le tovaglie color panna, la candela accesa che sbocciava dal gioco di tulle del centrotavola, il palato accarezzato dal gusto sobrio di pietanze al tempo stesso raffinate e semplici, le premure discrete di Antonio...
E nel mezzo quelle due buste, che avevano all'interno un mondo fino ad allora sconosciuto, la promessa di attimi di vita sospesa nei quali il calore dell'acqua termale avrebbe saputo spegnere, lui solo, la rabbia e la delusione di un'occasione mancata, il dolore recente che toglieva il senno e strozzava il respiro.
Mi aveva riso il cuore, quando avevo aperto le buste e avevo letto, con incredulità e gioia quasi infantili...
Che regalo meraviglioso!

Restava il massaggio: trattamento hammam marocchino. Piacevole, rilassante eco tutta occidentale di altri gesti e altri aromi, un ripetere abituale di movimenti meccanici (moda, non "rito"), che sanno pulire il corpo ma non riescono a curare l'anima.

Ferzan Ozpetek, Hamam - Il bagno turco

Settembre 2010. Ad Efeso per un convegno. Un giorno, finiti i lavori, il mio primo bagno turco. E lì, lavata da mani esperte e abbandonata al silenzio dell'hamam, tra il vapore che gocciava mentre la volta risuonava della chiamata alla preghiera della sera, ho capito: in quel preciso istante, la resa totale e incondizionata a quella terra di sole e di spezie, ai suoi occhi neri e profondi che ti scrutano senza pudore, entrano in te, nelle ossa e nel sangue, ti possiedono con sguardi antichi tanto violenti quanto sensuali.
"... hamam, l'amore per tutte le cose, tradizione...
e dare sollievo alla carne per arrivare a dare sollievo allo spirito"


photo 2 by isi

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