venerdì 21 ottobre 2011

Una porta blu e tanti fiori di carta

Al secondo piano dell'Istituto Oncologico Veneto di Padova, una porta blu si apre su una piccola stanza piena di fiori e rondini di carta, disegni, acquerelli, pietrine colorate: è la sede del Laboratorio artistico IOVart. Qui i pazienti oncologici in trattamento e i loro accompagnatori possono trascorrere il tempo dell'attesa delle cure impegnandosi in attività capaci di distrarli dal peso che grava sui loro cuori: mentre i numeri delle prenotazioni scorrono lenti sul display, donne e uomini d'ogni età disegnano, dipingono, creano piccole gioie con le perline di vetro e il filo di rame, danno alla carta velina la forma e il profumo dei fiori, ascoltano la musica canticchiando a mezza voce; a volte stanno solo lì, seduti, ad ascoltare le chiacchiere squillanti di Giuliana, il parlare sommesso di Alessandro, la voce calda e profonda di Pia.
"La malattia è un inciampo della vita, il cancro un capitombolo dal quale, per fortuna, ci si rialza sempre più spesso, a patto di passare attraverso il labirinto della cura che presenta ostacoli, salite, discese, e si accompagna a un profondo malessere fisico e psichico"
Puoi entrare, nel Laboratorio, sederti con gli insegnanti e i pazienti, parlare delle tante sciocchezze quotidiane, scherzare sugli accadimenti buffi della vita, fantasticare anche... Con semplicità e senza ipocrisie, non c'è spazio per la commiserazione, nel Laboratorio, non c'è spazio per il dolore, la paura, la solitudine. La Malattia resta fuori da quella porta blu. Lì regna l'arte: perché "l’arte non ti lascia solo mai, neppure nei momenti più bui e, generosamente, lo fa anche se non sei un artista".

A più di tre anni dall'inizio delle attività del Laboratorio, oggi è stato presentato il libro che ne ripercorre la vita: 56 pagine, non di più, di memorie, attraverso le parole di chi l'ha fortemente voluto, degli insegnanti, di medici, artisti e critici d'arte, ma soprattutto di quanti al Laboratorio hanno trascorso quelle attese, pazienti e loro cari.
Ed è stato alla fine di un'anomala presentazione - poche chiacchiere moderate con levità, e molte emozioni nelle immagini del filmato e nei passi letti dai due attori - che Beppe ha salutato i presenti sulle note del più dolce dei messaggi di speranza dei nostri tempi.

A Pia, Giuliana, Alessandro, Vanilla, Beppe. E a tutti coloro che varcano quella porta blu.

Roberto Benigni, Quanto t'ho amato

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